mercoledì 25 agosto 2010

0 Wild Boys! Wild Boys!


"Tranquiiilliii!!! Son sempre io, il paninaro!!!".

Correvano (chissà per andare dove...) gli anni '80. In televisione impazzava il "Drive In" con tutti i suoi comici e le loro improbabili macchiette mentre nelle casette di noi ragazzini smaliziati facevano capolino i primi home computer (tutti rigorosamente acquistati "per fare i compiti" e tipicamente venduti in allegato ad enciclopedie monumentali valutate dai sedicenti venditori mediamente intorno ai 7/10 milioni delle vecchie £ire, affare comunque vantaggioso perchè se acquistavi l'enciclopedia ti "regalavano" il Vic 20 o finanche lo Spectrum Sinclair!!! «Un compiuter, capisci mamma!!! Quelle cose elettriche tutte piene di lucette che adopera anche "Geims Bond" per combattere la Spectre! Costano un sacco, tra l'altro, i compiuter! Sicuramente più del prezzo dell'enciclopedia!!!».



Qualcuno s'era senz'altro abbindolato, ma i più grandicelli e/o smaliziati tra di noi ridevano sornionamente sotto i baffi (o perlomeno sotto l'idea dei baffi, perchè se eri ipertricotico a 8/12 anni eran problemi ormonali, probabilmente...), consci del fatto che i nostri Commodore 64/128 acquistati direttamente dal negoziante ladro di turno facevano la differenza (e non dovevi nemmeno collocarti in casa una tonnelleta di carta rilegata, ammazzantoti nel contempo di cambiali e mutui trentennali con i quali sostentare la Treccani unitamente a tutti i restanti canili dello stivale...).

Noi giovani, che alla scuola media a momenti ne sapevamo più dell'insegnante di "educazione tecnica" che durante l'ora di laboratorio ci "imparava" il "Logo Italiano"...

Ripeti 360 Avanti 1 Destra 1 Nastarta

Noi giovani, che il massimo della trasgressione durante la suddetta ora era caricare "Topografia Europea" all'insaputa dell'insegnante... Solo che poi ci dimenticavamo di azzerare il volume del monitor e lo strombazzare del programma al suo avvio allertava tutta la classe, professore compreso.

Topografia Europea

Noi giovani che, novelli David Lightman, avevamo già scritto mirabilanti programmi in BASIC. Cose tipo:

10 PRINT "CIAO"
20 GOTO 10

Noi giovani...

Come facevamo i compiti, dunque,  noi giovani e fortunati possessori della chiave d'accesso del tempio della sapienza? Andando in edicola ad acquistare le cassettine con i videogiochi per il Commodore, tipicamente "prodotte" (utilizzando una tecnologia di derivazione UFO tipo un "mangianastri a doppia piastra", probabilmente...) da case editrici tipo "Pubblirome/Edigamma", che domande!!!

Cose del genere, per rendere l'idea.

"Bolle Bolle"? Sarà mica "Bubble Bobble"?
"Il Postino"? Temo un "Paperboy" d'antologia!
"La Miniera Di Diamanti"? Ok, rilancio di un "Boulder Dash"...


Ogni gioco era una scoperta! La fantasia degli editori era sfrenata ed incontenibile. "Bomb Jack" diventava "Raccogli le mele". Immancabilmente dentro ogni cassetta trovavi "Zombie" che in realtà era "Ghosts 'n Goblins" («celo, celo, manca, celo... "ZOMBIE"! Finisco l'album!!!») e spesso e volentieri il supporto magnetico era anche così scadente che alla quinta volta che ricaricavi un gioco, questo smetteva di funzionare...

«Che mi ricordo una volta mio cuggino mi aveva imprestato una cassetta della "Pubblirome" di giochi del Commodore che a lui gli piaceva "Karate" che poi era "Fist 2" che io già ce l'avevo doppio e non mi interessava ma quando la cassetta ce l'ho riportata a mio cuggino lui ha voluto per forza famelo vedere  "Karate" da tanto era bello ma non partiva che faceva tutte le righe colorate sfasate che andavano e venivano mentre doveva farle sempre come quando il nastro si carica bene e ci abbiamo provato dieci volte a farlo partire che io mi credevo che quel giorno sarei mooor-to!!!».

Morale: se tutto andava bene, se la cassetta non era smagnetizzata, se il "Datasette" decideva di non aver fame e di conseguenza non ti mangiava il nastro e se, infine, avevi la fortuna di scegliere la cassettina giusta dal tuo edicolante di fiducia, potevi anche trovare LUI...

"Paninaro", Edigamma S.R.L./Top 30. 198?.

Ve lo giuro, non sto scherzando. Provate a partire dal database di GB64.com relativo all'editore "Pubblirome/Game 2000" e cercate "Paninaro". Sono o non sono una personcina sincera? ;)

Ad ogni modo, in quell'epoca ormai remota durante la quale i videogiochi erano considerati alla stregua di insulsi capricci elettronici che venivano sviluppati tipicamente da una o due persone in croce, tutto era più leggero. Nessuno, nemmeno noi ingenui bamboccioni ne in nostri genitori sicuramente meno sprovveduti, urlava mai allo scandalo nei riguardi dei "copyright" infranti... Si comperavano le cassette delle edicole  con la stessa disinvoltura con la quale si ritraducevano nei modi più fantasiosi i videogiochi originali che terzi avevano prodotto con altri nomi e che parallelamente venivano divulgati da altre case di distribuzione. "Volemose bbene!", in pratica (frase che tra le altre cose nemmeno stona tanto, se usata per riferirsi ad un videogioco che dichiara apertamente e con orgoglio italiota "LIVEL 1" sulla schermata di gioco!).

In fondo, se i "The Rokes" domandavano al mondo "ma che colpa abbiamo noi?", sicuramente tutti i bambini che paciosi e sereni giocavano con questi e tanti altri "giochi delle edicole" sono stati, sono e sempre saranno degli innocienti fanciulli. Per tutti loro, "Trainer Games" era un marchio come "BioPresto" (ma senza Franco Cerri a fare "l'uomo in ammollo"...) o come il "Pronto Mobili" (ma senza Aroldo Tieri a vestire i panni di "Zoddo"!).

I turbamenti e la consapevolezza furono una fase indubbiamente successiva. Diciamo che la coscienza di noi adolescenti si risveglierà prepotentemente negli anni '90, anni durante i quali noi, novelli pinocchi, ci premurammo di zittirla a colpi di floppy disk da 3 pollici e mezzo (possibilmente blu ed a bassa densità, in scatoloni da 50 pezzi), XCopy e Burst Nibbler...

La "pirateria" fatta in casa ai tempi dell'Amiga e dei brufoli...

Negli anni della telefonata all'amico che nel 90% dei casi cominciava con: "We! Come va? Giochi nuovi questa settimana?!", lo spirito dei giovanotti era sempre scanzonato ma indubbiamente tutta l'aneddotica spicciola e la leggerezza dei tempi delle "cassettine" s'era irrimediabilmente assopita. Le possibilità per le case editrici che al tempo riproducevano i videogiochi originali registrandoli e rivendendoli su normali audiocassette s'erano affievolite col tramonto degli 8 bit per spegnersi definitivamente con l'avvento delle macchine a 16 bit. Un dischetto = un gioco (ed alle volte non ne bastava nemmeno uno solo...). Nessun imprenditore, per quanto senza scrupoli, avrebbe potuto offrire in edicola un'offerta paragonabile a quella dell'era dell'8 bit Commodore agli utenti della generazione successiva... Impensabile, a meno di non uscire settimanalmente con una rivista ed uno scatolone di floppy in allegato (tenendo nel contempo il passaporto a portata di mano... Fuggire all'estero era infatti auspicabile in quanto anche la lotta al fenomeno della "pirateria" s'era fatta giustamente più serrata, al tempo).

Spariti i videogiochi piratati delle edicole, questi iniziarono a ricomparire nella loro forma "copiata" in un sottobosco alimentato da una nuova cultura metropolitana fatta di "Crew", "Crackers" e "Sceners"...

Copiare un gioco non era più solo l'atto di riversare il mero contenuto del supporto A nel supporto B, ma diventava un gesto di creatività che si manifestava attraverso le varie "boot-crack-intro", che assunsero un peculiare significato di "sfida" per i vari gruppi di pirati impegnati in questa attività.

Dice: «Ma le "intro" dei giochi piratati erano già presenti anche sul Commodore 64!». Vero, ma a tal proposito bisogna fare dei distinguo e mettere i puntini sulla "u" di "über"! :P 1) Su C64 i programmi che fungevano da "intro/trainer" ai giochi erano solitamente reperibili solo ed esclusivamente per i videogames copiati e ridistribuiti su dischetto. 2) I suddetti dischetti, nel 90% dei casi erano praticamente vuoti (salvo rarissime eccezioni) e quindi era abbastanza agevole ed indolore metterci dentro carrettate di roba, volendo. 3) I floppy disk drive per C64 li possedevano 2 bambini su 100, al tempo, quindi quelle "intro", seppur belle e degne di nota pure loro, tecnicamente le vedevano solo i tizi che le programmavano... Aridice: "Ma...". "Ma e mò i era fradèi...", le mie ragioni le ho già esposte chiaramente, il blog è mio ed è inutile insistere. PETULANTE! :D Su "C64Intros" ci sono tutte le "cracktro" ("crack" + "intro") che desideri, scaricabili in un comodo formato ".PRG" facilmente impiegabile con il tuo emulatore preferito. Ora stai un attimo buonino in silenzio che vado avanti col mio discorso... ;)

Dicevo: tecnicamente parlando il coding di una cosiddetta "boot-intro" su Amiga diventava diversamente un esercizio di stile per le ragioni che vado ora ad elencarvi. In primo luogo la quasi totalità dei giochi Amiga erano "belli cicci" ed andavano ad occupare una valanga di floppy. Il primo (quello di avvio) era spesso e volentieri talmente pieno di roba che, tristemente, il suo unico scopo era quello di farti inserire il dischetto numero 2 dopo un caricamento di lunghezza variabile... :) Nonostante tutto, il primo disco era l'unico entro il quale i crackatori avevano modo di inserire la loro "intro" per presentarsi al mondo. Morale: la stragrande maggioranza delle volte lo spazio dovevano inventarselo... E non è nemmeno tutto qui! I giochi commerciali mai e poi mai avevano una struttura ed un file-system improntato sullo standard dell'AmigaDOS. Per capirci: se caricavi il "Workbench" ("Windows" di Amiga, per i profani) e provavi a fargli leggere un disco di avvio di un gioco commerciale "Tal dei tali", nel 99% dei casi ottenevi una  pernacchia unita ad un avviso di sistema che ti segnalava che il dischetto era "cattivo" (un discolo! :D ). Questo naturalmente non significava che il floppy era inutilizzabile... Semplicemente non seguiva minimamente le regole del file-system tradizionale. Infatti, se a quel punto resettavi tutto e lo inserivi nel drive interno del tuo computer, Trac! Magia! Si avviava regolarmente e funzionava alla perfezione! Della serie: i programmatori avevano modo di customizzare il processo di caricamento e la struttura fisica/logica dei dischi che creavano, ingegnerizzando il "blocco d'avvio" degli stessi e la loro formattazione... In parole povere: volatili per diabetici per i "Crackers". A questo punto, i baldi giovani erano fisicamente impossibilitati ad editare il contenuto del disco con i sistemi tradizionali (leggi: copia dei files con il canonico comando "copy file sorgente destinazione" e creazione di "script batch" - banalissimi file di testo  contenenti comandi DOS - che gestissero l'avvio sequenziale degli eseguibili per lanciare così la loro intro prima del gioco...). Nooo! Troppo facile così!!! Essendo customizzata l'intera struttura del disco, i "Crackers" si dovevano ingegnare per studiare il funzionamento del blocco d'avviamento appositamente pensato dai programmatori del videogame, quindi applicargli l'ingegneria inversa ed infine riscriverlo in modo che andasse ad eseguire la loro "cracktro" (che dovevano comunque riuscire a mettere da qualche parte sul disco assieme ai dati che gli servivano...) prima di lanciare il videogioco!

Un casino, no? E tra l'altro dovevano anche capire come metterceli i dati, sul disco, visto che, come ho già accennato prima, spesso e volentieri la natura stessa del supporto era "fuori standard"... E nel far questo dovevi evitare di distruggere il gioco! :D E se lo spazio non c'era? Se lo spazio non c'era ti dovevi arrangiare col solo "boot-block", il settore di avvio del disco. Ti sbattevi per capire come funzionava e quando ci arrivavi lo riscrivevi aggiungendoci tutti i riferimenti e le presentazioni della tua "Crew", vantandoti di quanto eri più figone rispetto al resto del mondo... Solo che il blocco d'avviamento era piccoletto. Facciamo due conti. Un Floppy amiga poteva contenere 880 KB di dati. Era diviso in 1760 blocchi. Quindi ogni blocco aveva una capacità pari a 0.5 KB (880 fratto 1760). Il "boot-block" era composto da ben 2 (DUE!!!) blocchi!!! 1 K byte, signori! Neanche ai tempi del C64 la gente era così limitata! Ma vi assicuro che parecchie "cracktro" erano concepite in questa maniera. Da non crederci.

Comunque, indipendentemente dalle diverse tecniche adoperate, i risultati finali erano sovente delle cose spettacolari ed alle volte nostalgiche. Chi aveva l'orecchio allenato poteva infatti riconoscere in talune "intro" dei poderosi echi del passato, come la sonorità della cover di "Comic Bakery" di Martin Galway nel "tune" della "cracktro" di "Prince Of Persia" by "Angels"... Tributi che potenzialmente innalzavano senz'altro allo stato di "opera d'arte" anche una manciatina di byte di codice buttati dentro il blocco d'avviamento di un plasticoso floppy disc bluastro...

Giudicate voi, facendo eventualmente anche il paragone con l'originale del Commodore 64 che ho incluso nella "playlist" della sezione "Concetto Musicale" del blog (sulla destra della pagina, il "FlashPlayer" tondo e verde, per capirci... :P ).



Bei tempi, signori, bei tempi... Tempi che comunque sono sapientemente archiviati e tramandati ai posteri da iniziative di catalogazione e ricerca come "Cracktros" e "ProdList".

"Mi raccomando! Fate i compiti, perchè il condor pasa... Pasa!" :)


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