domenica 30 ottobre 2011

4 L'Italia scopre Internet, ma solo nel 2011...


"Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta...".

Si. S'è svegliata, finalmente (ed era anche ora che si accorgesse dell'esistenza di una realtà come quella di Internet...). Il problema, tuttavia, è senz'ombra di dubbio un altro: s'è alzata dal letto con il piede sbagliato, l'alito cattivo, la faccia storta, le occhiaie e le balle decisamente girate... :)

Questi ultimi mesi del 2011, per gli internatuti che non vivono la rete in maniera "casual" (leggi: per chi non ambisce ad essere un bimbominkia che si spara le pose su "FaceBook"... :D ) sono stati decisamente anomali e forieri di novità eclatanti ed a tratti deleteree, potenzialmente in grado di mutare l'approccio e la fruizione quotidiana del web.

Le prime avvisaglie che qualcosa stava cambiando, nel normale impiego dei servizi Internet, si sono palesate a fine estate, quando Vasco Rossi, dimessosi da "rock star" e momentaneamente inabilitato da problematiche di salute, ha incominciato a pubblicare quelli che lui stesso chiamava "clippini" sulle pagine di "FaceBook". Ora, che un artista ambisca a rimanere in contatto con il suo pubblico, è una cosa sana e sacrosanta. Tuttavia, l'impiego dei mezzi che la rete mette a disposizione deve sempre essere ponderato e, soprattutto, corretto...

"FaceBook" è un "social-network". Il suo scopo primario è quello di mettere in contatto amici e conoscenti anche lontani e permettere loro di coltivare una rete di relazioni ed amicizie, rinsaldandole ed eventualmente espandendole alle cerchie degli amici degli amici in un contesto sociale, per l'appunto, paragonabile a quello dell'agorà. Proprio per questo motivo, "FaceBook" non è uno spazio privato o un "videoblog" nel quale ognuno è libero di esprimere il suo pensiero, fondamentalmente a causa della natura virale della circolazione delle informazioni (anche personali) su questo "social-network". Esempio: se io oggi scrivo su "FB" che è una bella giornata ed al mio pensiero allego una foto buffa che mi ritrae mentre appaio cretino, sicuramente risulterò cretino al mondo intero a causa dei commenti e delle successive condivisioni incrociate dell'immagine che, viralmente e per l'aurea regola dei "6 gradi di separazione", potenzialmente è in grado di raggiungere tutto il mondo in una manciata di "click".

Tipo, se mi raffiguro così... :)

Per questo motivo, il buon senso suggerisce a tutti di non divulgare informazioni sensibili o personali su "FaceBook", in quanto: A) diventano di dominio pubblico. B) Chiunque può commentarle, screditarle o deriderle. Materialmente non ci sono molte forme di controllo e di moderazione dei contenuti, su "FB", proprio perchè chi parla è come se si ponesse su un predellino al centro di una piazza (ed in tale situazione deve essere consapevole che può pigliarsi il "BRAVO!" così come l'insulto o la pomodorata in faccia da un momento all'altro...).

Era meglio se me ne restavo zitto...

Qualche tempo dopo questo evento, le stranezze nei riguardi dell'approccio con il web ed i suoi siti hanno conosciuto un ulteriore risvolto con il caso "Nonciclopedia". Più o meno la storia la sappiamo tutti: la suddetta enciclopedia satirica ospitava una pagina web relativa a Vasco Rossi (sempre lui!? Si, sempre lui! :P ) ed il cantante di Zocca e/o il suo enturage ne hanno richiesto la rimozione contribuendo alla montatura di un caso che senz'altro non ha precedenti per la storia del web italiano... Ma indubbiamente quel che è interessante rilevare non è tanto l'intervento censorio (giusto o sbagliato che sia...) sulla suddetta pagina web, quanto piuttosto l'interrogarsi ed il ricercare gli autori di un determinato testo o di una particolare bestialità nel contesto di un sito Internet costruito secondo le stringenti regole del "Web 2.0"!!!

Cioè. Facciamo che ci capiamo...

Negli anni novanta i siti Internet erano delle pagine statiche nelle quali l'interazione era praticamente limitata alla semplice lettura dei contenuti che il curatore del sito proponeva. Con "Web 2.0", diversamente, si indica comunemente un nuovo modo di strutturare la rete, popolandola di siti fortemente interattivi che vengono a costituirsi principalmente attaraverso gli apporti che gli stessi utenti forniscono. "Wikia" e "Wikipedia" sono due esempi molto calzanti, in tal senso. "Nonciclopedia" si pone sullo stesso piano, ubbidendo alle stesse regole ed ad analoghi principi fondanti...

L'occhio cinico del web...

...Questo fondamentalmente significa che chiunque abbia un minimo di conoscenza linguistica unita alla capacità di digitare qualche cosa di sensato sulla tastiera di un computer (credo basti un pollice opponibile, in buona sostanza... :D ) è fisicamente in grado di aggiungere dei contenuti e/o di migliorare (o peggiorare...) i testi già inseriti in siti web come questi!

Compreso questo, l'idea che degli avvocati mobilitino le forze dell'ordine per cercare degli "autori" dovrebbe fare abbastanza sorridere, per non dire "sbellicarsi dalle risate"... ;) Cioè, perfino la locuzione "cercare un ago in un pagliaio" è inadeguata per raffigurare l'impossibilità di venire a capo di un'inghippo del genere...

Chi cerca, trova!

"Cercare un ago immaginario nell'universo" è indubbiamente un obiettivo più agevolmente realizzabile, viste le premesse... :D

Nella fattispecie, sarebbe auspicabile che i rappresentanti legali delle personalità che si considerano lese in ambito Internet da una qualsivoglia fonte di informazione alternativa, si informino a priori circa la natura ed i processi costitutivi della fonte stessa invece di caricare a testa bassa prendendo provvedimenti ed intraprendendo azioni legali di qualsivoglia genere, onde evitare di fare figure da "Maître Chocolatier"... :D

Sfizzero???

Ma non è finita qui (purtroppo...). Quasi in concomitanza con il caso "Nonciclopedia", il governo italiano ha avuto la geniale pensata di inserire nel DDL sulle intercettazioni in discussione alla Camera Dei Deputati il famigerato "Articolo 1 comma 29", amichevolmente detto "l'ammazzablog", secondo il quale anche un qualsiasi sito amatoriale modello "Concetto Piramidale" (per dire...) dovrebbe essere tenuto a pubblicare eventuali rettifiche e smentite ai suoi posts entro un ragionevole lasso di tempo (48 ore...), pena sanzioni pecuniarie... ALE'!!!

Della serie: putacaso che Vasco Rossi, Checco Zalone o loro amici/fans si risentano (a torto... :P ) per i testi e/o le foto utilizzate in questo post e me lo vengano a dire. Io, in teoria, a quel punto, secondo la suddetta norma, avrei 48 ore di tempo per riportare le ragioni dei miei contestatori all'interno del post incriminato... Se, per caso, in quelle 48 ore, fossi in qualche modo impedito, MULTA!

Morale: tecnicamente redigere un qualsiasi blog/sito diventava un'operazione al limite della fantascienza...

"Wikipedia", per dire, a causa del suddetto DDL, s'è volontariamente oscurata per giorni. In seguito, a causa dello slittamento delle discussioni parlamentari, ha inserito in testa alle sue pagine un disclaimer che avvisava gli utenti dell'eventualità che il sito chiudesse per sempre a causa dell'impossibilità di obbedire ad una normativa così stringente, anche in relazione al fatto che sull'enciclopedia libera le eventuali correzioni e gli emendamenti ai testi vengono accolti solo se sono documentabili con citazioni e riferimenti esterni (mentre il decreto "ammazzablog" prevedeva l'obbligo di inclusione coatta di qualunque genere di rettifica direttamente nel corpo del testo, cosa che entrava in contrasto con la natura stessa di un sito come "Wikipedia").

Fortunatamente, in seguito al subbuglio ed al sollevamento popolare, i nostri politici hanno fatto un'intelligente marcia indietro sulla questione ed ora gli obblighi di rettifica sono stati resi valevoli solo ed esclusivamente per le testate giornalistiche ufficialmente registrate.

Meglio così per tutti, ma il rischio corso era decisamente rilevante...

Siete più rilassati, adesso?

Benissimo.

Stressatevi ed incominciate a strapparvi i capelli urlando istericamente, perchè negli ultimi giorni s'è messa di traverso pure la "SIAE", i cui dirigenti si sono accorti che esiste Internet, che sulla rete circalano dei trailers e dei materiali audiovisivi contenenti spezzoni audio coperti da diritti d'autore e che, badate bene, i suddetti materiali sono condivisibili ed embeddabili in molteplici siti Internet che tecnicamente li riadoperano senza pagare a loro volta le quote dovute per il loro utilizzo! Che scandalo!!! :D

Scherzi a parte, la situazione appare decisamente ingarbugliata. Da un lato "YouTube" afferma che ha già adempiuto a tutti gli obblighi fiscali nei riguardi degli enti che tutelano i diritti d'autore ("SIAE" compresa...) e perciò, dal suo punto di vista, gli utenti terzi che crosslinkano i suoi video dovrebbero starsene più che tranquilli...

Per contro, Stefania Ercolani (direttore dell'Ufficio Multimedialità della "SIAE"), sull'argomento dice tutto ed il contrario di tutto, generando il panico nella comunità Internet...

Il primo dato chockante è la constatazione che la principale materia del contendere sono i trailers cinematografici ma, e qui viene il bello, non per la loro natura intrinseca... No!!! L'obiezione sollevata dalla "SIAE" è incentrata sul fatto che i trailers contengono, badate bene, delle "porzioni di audio tutelate da diritto d'autore"! Inoltre, Il buon senso suggerisce a chiunque che i trailers dovrebbero essere considerati alla stregua di inserzioni pubblicitarie che sostanzialmente invitano la gente ad andare al cinema a vedersi il film intero... ED INVECE NO! Il trailer in realtà è "a tutti gli effetti un prodotto audiovisivo, oggetto quindi di proprietà intellettuale."...

Morale: se pubblichi un video sul tuo sito, in qualunque salsa, non fai un piacere del tutto gratuito e disinteressato a chi ha realizzato il prodotto che reclamizzi ed a chi guadagna i soldi veri... No! Pubblichi un materiale soggetto ai diritti d'autore e quindi devi pagare la "SIAE"...

Per queste motivazioni, da giorni il caos più totale regna sovrano ovunque, con il risultato che decine di siti amatoriali o semiprofessionali ("Players", "Lega Nerd", "Horror.It", "Corriere Della Fantascienza", per citarne qualcuno...) non sanno più che pesci pigliare ed a che santi votarsi. C'è chi elimina tutti i video che ha postato negli anni, sostituendoli con "placeholders" di protesta. Chi cerca di portare comunque avanti il suo hobby utilizzando foto statiche...

Tra poco ci sarà qualcuno che, per la disperazione, si metterà a rifare i trailers in "stop motion" o con le marionette, se andiamo avanti così. :D

Perchè da un lato ci sei tu che ti sbatti per produrre dei contenuti interessanti utilizzando quello che la rete ti mette a disposizione gratuitamente. Dall'altro ci sono degli enti anacronistici che, negli anni, grazie a rivoluzioni come i lettori "MP3", gli stores digitali, la "Web TV", i "DIVX", le "Web Radio", i "PodCast" e chi più ne ha, più ne metta, hanno di fatto perso una grandissima fetta dei loro introiti, vedendo nel contempo sminuita la loro figura di "tutori dell'ordine costituito".

A questo punto, ingegnandosi per recuperare il terreno perduto in un ambiente (Internet) dove è materialmente impossibile cercare di far valere ragioni del genere, se ne escono con le suddette genialate e, non paghi, aggiungono pure dichiarazioni del tenore di: "Per ora la SIAE non sta monitorando gli account personali dei social network, ma anche quelli, come qualsiasi altro sito, sono soggetti al pagamento dei diritti d’autore e prima o poi verranno regolarizzati.".

Già me li vedo, gli esattori della "SIAE", a scorrazzare su "FaceBook" chedendo ai quindicenni brufolosi dei soldi perchè hanno pubblicato del materiale video sulle loro pagine personali! :)

C'è da ridere per non piangere, signori!

Vengano comunque anche da me, a batter cassa. Gli rispondo in musica fin da subito...



E se insistono, facile che mi incacchio pure e rincaro la dose!!!



Come dite? Ho postato due video protetti da diritti d'autore e devo a maggior ragione pagare?

No... No non avete capito. Ho solo composto una frase in lingua italiana utilizzando del materiale audiovisivo al posto delle parole. :D

Sono creativo! ;)

Cos'è questo QRCode?
Come l'hai realizzato?


4 commenti:

BrunoB ha detto...

Io ormai ho il piacere perverso di controllare la facebacheca di vasco per vedere che scrive, l'ultima oggi è che a causa della gente che non compra i CD originali gli operai che li fabbricano perdono il posto di lavoro.

Non siamo mica ai tempi del digital download della musica, eh, ma del resto siamo già fortunati che non si lamenti dei mangianastri a doppia piastra...

Marte ha detto...

Guarda, recentemente non so più se ridere o piangere. :D

Bert ha detto...

Già... e poi altri luminari del calibro di “giggei” Francesco e Fiorello gli han pure dato manforte sul caso Simoncelli. Cioè, ma l'han capito che si tratta di un sito basato sull'humour nero/grottesco se non di semplice satira cinica? Che brutti scherzi che fa l’abuso di sostanze stupefacenti! Così ora denuncerà anche Concetto Piramidale per colpa del mio commento! X-D

Marte ha detto...

Non vedo l'ora. :D

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