domenica 21 novembre 2010

0 I gemelli diversi (nel 1982).


Si. In effetti mi accingo a parlare di una sorta di rapporto gemellare ma, a dire il vero, il discorso non ha niente a che vedere con il sottobosco del mondo della canzone italiana... Comunque, chi mi conosce lo sa che non sono più carabiniere per me l'approccio al post è sempre fuorviante e che l'intento di spiazzare il lettore per poi andare a segnare a porta vuota è la mia direttiva primaria... ;)

ELENCO DELLE DIRETTIVE PRIMARIE:

1 - Spiazzare il lettore.
2 - Segnare a porta vuota.
3 - Proteggere gli innocenti.
4 - Far rispettare la legge.

Vi ho incasinati abbastanza? Si!? Ottimo!!!

Orbene, di cosa potrò mai parlare in questo post???

3 indizi: siamo nei primi anni ottanta. Ci sono delle "singolarità" che però possono quasi essere considerate gemellari... L'immagine che non c'entra un tubo col post (che oramai è un mio "marchio di fabbrica", se vogliamo... :D ) ha una grana che richiama fortemente l'aurea era degli 8 bit...

Il soggetto della discussione è un binomio; un binomio composto da due significative unità sulle quali si scatenavano (e probabilmente sarebbero in grado di scatenarsi ancora oggi...) senza soluzione di continuità i "protofanboy" anni '80.

Due entità che ora andiamo ad evocare in forma iconica, per la gioia dei vostri occhietti sbrilluccicosi! ;)

Sinclair ZX Spectrum.

Commodore 64.

Allora, veniamo a noi! L'anno di presentazione è esattamente lo stesso per entrambe le macchine (il 1982; il "Sinclair" esordisce ad Aprile mentre il "C64" viene presentato a Giugno dello stesso anno). Analogamente, entrambe le macchine si propongono come home computers e, fin dall'esordio, quindi, entrambe ambiscono a colonizzare le nostre case, iniziando così quella lenta ed inesorabile opera di trasformazione che ci renderà in futuro (i giorni nostri...) quei flaccidi nerd debosciati che non siamo altro... ;)

La filosofia che sta dietro alle due macchine, comunque, è totalmente differente.

Lo "ZX" si propone fin da subito come un sistema ultra-minimalista. L'estetica lascia un po' il tempo che trova, se vogliamo... Lo chassis è decisamente compatto e la tastiera è costituita da una membrana gommosa in puro stile "calcolatrice scientifica" (cosa che, in verità, giocava abbastanza a sfavore del piccolo computer di casa "Sinclair", che veniva facilmente deriso ed umiliato proprio per il suo aspetto misero, triste e "giocattoloso"... :P ). D'altro canto, la praticità della tastiera che introduceva il concetto delle "scorciatoie" per la digitazione dei comandi "BASIC" (ogni tasto, infatti, ne sintetizzava un paio, richiamabili "shiftando"...) era innegabile e l'accorgimento risultava oltremodo utile per coloro i quali privilegiavano soprattutto l'aspetto della "programmazione", in quanto permetteva di eliminare quasi del tutto gli errori di battitura nella trascrizione dei listati di codice, cosa che velocizzava non poco le operazioni di dattilografia.

Il punto forte di questa macchina, comunque, era il suo processore centrale. La "CPU", infatti, era un "poderoso" (per quegli anni... ;) ) "Zilog Z80A" clockato 3,5 MHz. La potenza inusitata della "CPU", unita ad un linguaggio "BASIC" decisamente avanzato, faceva dello "Spectrum" un ottimo computer per il nerd ultrasmanettone con spiccate propensioni informatiche. E' proprio il caso di dirlo: tutti i limiti di questo "home computer" (e ne aveva parecchi...) potevano essere aggirati via software da programmatori in gamba, capaci di sopperire alle lacune hardware con la "potenza di calcolo" del processore.

Parlando delle lacune, purtroppo, il "contorno" dello "Z80" era volutamente spartano e questo relegò lo "ZX" in una nicchia che gli impedì di fatto di imporsi in maniera significativa e massiccia sul mercato. Per esemplificare questo concetto, basta ricordare che la macchina era stata progettata priva di interruttore di accensione/spegnimento e che quindi questa banale operazione era gestibile solo ed esclusivamente tramite l'inserimento/disinserimento del cavo d'alimentazione, per dire...

Per il resto, quando era in società e si relazionava con la gente, il nostro "Spectrum" era sempre timido ed impacciato... In primo luogo perchè notoriamente non aveva affatto una bella voce, per così dire. In dettaglio, il sottosistema audio dello "Spectrum" consisteva in un "ronzatore piezoelettrico" monofonico ad una voce dislocabile su 10 ottave. Il tutto, logicamente, assemblato direttamente dentro la tastiera...

Secondariamente, ogni tanto lo "ZX" si vergognava pure un po' dei suoi vestiti, perchè la livrea cromatica che i progettisti avevano attribuito al suo "guardaroba" era smaccatamente sgargiante in quanto puntava in primo luogo a riprodurre correttamente tutte le tonalità primarie di sintesi addittiva e sottrattiva (giallo, magenta, ciano, blu, rosso e verde più gli "extra" bianco e nero). Tutti i colori (tranne il nero) erano poi replicati in una variante con la luminosità smorzata per un totale di 15 tinte complessive.

I "16" colori dello "ZX"

Questa scelta a mio avviso opinabile, indubbiamente permetteva di comporre testi ed interfacce grafiche ad altissima leggibilità ma, rinunciando a codificare delle tonalità intermedie, di fatto rendeva complicata la resa di immagini naturali "a tono continuo" (che, ricordiamolo, raramente sono ad altro contrasto e difficilmente presentano tonalità così smaccate e sgargianti...).

Con questa specifica palette, una tipica rappresentazione grafica "fotorealistica" era qualcosa del genere, per esemplificare:

Un pappagallo visto dallo "Spectrum".

L'immagine in questione rappresenta in maniera peculiare una delle "problematiche" (che poi non è un problema, se vogliamo...) della modalità grafica dello "ZX". In buona sostanza, lo schema delle memorie della macchina era ingegnerizzato per minimizzare l'uso della "RAM" durante le operazioni video, ottimizzando nel contempo la visualizzazione del testo a discapito della grafica. In pratica, invece di indirizzare dei pixel, si privilegiava una matrice di celle 8*8; in ogni cella potevano coesistere simultaneamente solo ed esclusivamente due colori...

Ad ogni modo, lo "ZX Spectrum" aveva comunque un'altissima autostima e non si preoccupava più di tanto della sua voce ne tantomeno delle toppe a colori sgargianti che sfoggiava sui vestiti... ;)

Magari in ambito ludico poteva avere dei problemi... Della serie: trovami tu un colore appropriato per rappresentare in maniera decente la pelle umana tra quelle 16 (-1...) tinte fluo!!! :D Nonostante tutto, il piccolo home computer di casa "Sinclair" non offriva più di tanto il fianco alle critiche e se na andava avanti egagro e fiero per la sua strada, puntando su un approccio decisamente monocromatico che senz'altro gli creava molti meno problemi d'identità! ;)

Cose sulla falsariga di questa, per capirci.

Per il resto, per concludere il discorso, anche in ambito periferiche e connettività, lo "ZX" si affidava prevalentemente alla fantasia degli sviluppatori esterni. Della serie: niente registratori dedicati, niente porte joystick... Solo tanta fantasia ed una mirabolante "porta espansione" ultradocumentata alla quale connettere schede e circuiterie addizionali (anche autoprodotte, eventualmente...) per espandere le funzionalità della macchina.

Dall'altra parte c'era la grande "C". Mamma "Commodore" ed il suo figlioccio prediletto: il "Commodore 64".

Il "64" è storicamente il computer più diffuso. Dal 1982 al 1994 ha venduto qualcosa come 17 milioni di unità in tutto il mondo.

A differenza dello "ZX" che abbiamo appena visto, il "Commodore" approccia il mercato secondo modalità diametralmente opposte.

In primo luogo, principiando ancora una volta il discorso dall'estetica della macchina, il "Commodore" si presenta immediatamente con tutti i crismi del calcolatore "serio". Chassis di grandi dimensioni. Tastiera estesa dotata di "tasti funzione" e di una pulsantiera ampia e comoda, con tasti dalla corsa lunga e fluida. Una linea accattivante (che diventerà ancora più aggressiva e filante nelle riedizioni successive della macchina) completa il quadro. Connettori di ogni genere, colore ed estrazione sociale, poi, si aprono su tutti i lati del calcolatore ed offrono una vasta ed eterogenea connettività con un gran numero di periferiche ("Commodore" privilegerà sempre la vendita diretta di accessori specifici per i suoi sistemi che si connotano come macchine commerciali molto meno aperte e disponibili al "fai da te elettrotecnico", in questo senso... ;) ).

Per il resto, a livello di "CPU" il "Commodore" fa sinceramente pena, se paragonato al sopracitato "Spectrum". Il "64", infatti, è mosso da un "MOS Tecnology 6510" clockato 1,023 MHz in "NTSC" e 0,985 MHz in versione "PAL"... Analogamente, anche il linguaggio "BASIC" del "Commodore" è molto meno raffinato della controparte "ZX". Questi due fattori, uniti alle considerazioni che seguiranno, connotano il "64" come una macchina prevalentemente orientata al compiacimento dei videogiocatori incalliti o comunque delle persone che privilegiavano prevalentemente l'approccio ludico piuttosto che la flessibilità e le potenzialità informatico-sperimentali della macchina.

Ora, tornando al discorso della "CPU" del "C64", logicamente tutti siete in grado di capire che se la potenza della macchina fosse stata tutta li, il "Commodore" non sarebbe riuscito in alcun modo ad imporsi sul mercato come poi ha fatto, perchè indubbiamente la matematica non è un'opinione ed il "MOS" che spinge il "64" è 3 se non 4 volte meno performante dello "Z80" che pulsa nel petto dello "ZX"...

Tuttavia, il "Commodore" venne concepito un po' con la stessa logica che muove il mondo delle consoles. Fondamentalmente, la macchina si basava su circuiterie parallele dialoganti tra di loro e specializzate per elaborare differenti categorie di segnali/dati. In tal senso, il "64" affiancava al "6510" il "MOS Tecnology VIC-II" (chip grafico) ed il "MOS Tecnology SID", un chip audio del quale abbiamo già avuto modo di discutere ampliamente in questa stessa sede... ;) Ora, il concetto che sta alla base di questa scelta è abbastanza semplice. Nel momento in cui io ripartisco l'elaborazione dei dati, tolgo lavoro alla "CPU" (che quindi può anche essere meno potente senza ripercussioni particolari...). Morale: il lavoro che lo "ZX" faceva con la pura potenza computazionale (perchè non aveva circuiterie dedicate...), il "64" lo smaltiva delegandolo a terzi. :P

Detto questo, il "64" in società era un goliarda fracassone ed amico di tutti. Alle feste era sempre al centro dell'attenzione e gli piaceva indubbiamente cantare cori polifonici con gli amici, imbellendosi non poco grazie alla sua voce intonata ed oltremodo armonica e musicale. Niente "ronzatori piezoelettrici" integrati per lui, ma uscite audio standardizzate che potevano essere collegate ad impianti stereo o anche solo al televisore utilizzato come monitor, che, se non garantiva l'equalizzazione audio, permetteva quantomeno la regolazione del volume... :P Su questo versante, indubbiamente, il "Commodore 64" era anni luce avanti rispetto alle tecnologie musicali contemporanee, tanto che ancora oggi i moduli "SID" sono ricercatissimi componenti hardware per sintetizzatori "Old Skool" come il fantasmagorico "HardSID"; il sogno proibito di qualsiasi "Chip Tune Retro-Nerd" che si rispetti! :P E se uno svizzero ti dice: "italiano: pizza, spaghetti, mandolino, mamma, mamma-mamma sai chi c'è? E' arrivato il merendero!" qualcuno viene a dirvi che nonostante tutto il "SID" faceva solo "plunk-plunk", "boing-boing" o vi domanda candidamente: "Ma la musica del Commodore 64 non è solo uno stupido beep-blop?", rispondetegli segnalandogli direttamente il mio post nostalgico sul "Cantar del mio SID" o inviatelo con sicurezza sulle pagine di "HVSC" a farsi una cultura, che merita senz'altro! ;)

Per quel che riguardava l'abbigliamento, questo sobrio giovanotto privilegiava indubbiamente le tinte pastello. Avendo maturato un fine senso artistico fin dalla più tenera età, si era infatti reso conto da subito che le nuances di colore, se sono accostabili tra di loro in maniera armoniosa, consentono di riprodurre gradazioni e transizioni più naturali ed omogenee anche in assenza di una grande varietà cromatica. Detto questo, il giovane "C64" s'era invaghito di 16 tinte oltremodo differenti da quelle scelte dal cugino "ZX" e con queste, nonostante tutto, riusciva a sfoggiare dei completini coordinati di tutto rispetto...

Il pappagallo di prima, curato ed allevato dal "C64". ;)

Addandonando la prosa e tornando al discorso tecnico, dicevamo che il "VIC-II" del "Commodore" si occupava dell'elaborazione della grafica. Nel dettaglio, per quel che concerne la risoluzione video, se lo "ZX" lavorava costantemente a 256*192 (con le limitazioni cromatiche imposte dalle celle grafiche delle quali parlavamo precedentemente...), il "C64" sfoggiava una risoluzione monocromatica di 320*200 pixels che scendeva a 160*200 in modalità "multi-color" (ebbene si, anche il "Commodore" aveva i suoi scleri nel momento in cui la grafica da visualizzare sullo schermo era variopinta... Non doveva sottostare a celle 8*8 ma aveva comunque l'obbligo di accostare due pixel della medesima tinta, andando così di fatto a dimezzare la risoluzione orizzontale del video...).

Parlando di animazioni su schermo, il "VIC-II" si occupava anche della gestione hardware degli sprites (un'automazione che sgravava significativamente il processore...). Nel dettaglio, anche per questi elementi grafici valevano più o meno le stesse regole vigenti per la risoluzione dello schermo. Infatti il "VIC-II" era in grado di pilotare 8 "MOB" ("Movable Object Blocks", secondo la documentazione del chip) grandi 24*21 pixels (12*21 se dovevano essere disegnati in "multi-color" piuttosto che in "monocromatico"). In modalità "multi-color", gli sprites hardware potevano essere colorati con 4 colori simultaneamente (3 condivisi tra tutti i "MOB" renderizzati + 1 tinta personalizzata per ogni singolo sprite). Tutto questo garantiva una certa versatilità nel comporre la grafica in ambiti ludici. In tal senso, se i fondali colorati andavano a discapito della risoluzione orizzontale del video, gli sprites in moto sullo schermo potevano mediare soluzioni di compromesso, sfoggiando risoluzioni più alte e dettagliate rinunciando al "multi-color" (o sovrapponendo più sprites monocromatici...) o adattandosi all'imposizione di accostare a due a due i pixels ugualmente colorati...

Ai programmatori l'ardua sentenza! :D

I risultati, comunque, erano decisamente variabili:

Fondale "multi-color", nemici "multi-color", protagonista "HiRes".

Elementi monocromatici assemblati. Morale: tutto "HiRes".

Tutto "multi-color". Tutto "LoRes".

Dicevamo della palette... Come potete immediatamente vedere da soli, le 16 tonalità che i progettisti computarono matematicamente all'interno della circuiteria del "VIC-II" non hanno niente a che vedere con i colori primari ma, diversamente, sono solo ed esclusivamente frutto di scelte personali dei membri del team di sviluppo del chip che, letteralmente, "scelsero le tinte che più gli piacevano". Se indubbiamente questo modo di procedere è totalmente illogico ed affidato al caso, d'altro canto c'è da considerare che l'occhio umano si educa al "bello" ed al "piacevole" in base a quello che vede quotidianamente. Morale: se un trust di cervelli si mette attorno ad un tavolo e sceglie 16 tinte che di comune accordo sono considerate "belle", quei 16 colori hanno un'altissima probabilità di essere delle tinte molto naturali e ben abbinabili tra di loro...

A riprova di ciò, confrontate le due immagini che ritraggono il pappagallo proposte durante questa dissertazione... Se la versione "ZX" vince indubbiamente in risoluzione dell'immagine, qual'è, a vostro spassionato parere, tra le due raffigurazioni, quella che riproduce complessivamente l'immagine in maniera più naturale e "bella"?

In conclusione, davvero due gemelli diversi, non trovate? Indubbiamente ogni macchina aveva le sue potenzialità e le sue peculiari debolezze.

Un perito elettronico/ingegnere informatico/hobbysta-programmatore si sarebbe indubbiamente divertito tantissimo con lo "Spectrum Sinclair". Spremere lo "Z80" in modo sperimentale è senz'altro un'esperienza gratificante quando e se i risulatati sono qualcosa del genere...



Per tutti gli altri, giocare con i videogiochi avvincenti ed ultracolorati del "C64" non era un peccato mortale, anzi!!! :D


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