In latino: populus, populi, populo, populum, popule, populo.
In "videoludichese": "Populous", "Populoi", "Populoo", "Populoum", "Populoe", "Populoo"... :D
Bene. Dopo quest'aureo incipit che consentirà a decine e decine di svogliati studenti del ginnasio (studenti fiondatisi su Internet alla ricerca di spunti interessanti per non studiare per la prossima verifica di "Latino"... :P ) di prendere "dal due al tre" scrivendo una straordinaria corbelleria tipo "opaca Populous frondosis ramis casam et viam obumbrat.", parliamo di cose serie...
Cose serie del tipo: ma quanto ci giocavo, con "Populous II: Trials Of The Olympian Gods", negli anni novanta, durante il picco supremo del predominio informatico-ludico del "Commodore Amiga" su tutto il resto???
Risposta: TANTISSIMO! Talmente tanto che ancora oggi, sul mio cellulare "WM5" paleopastorale, mi capita di riesumarlo nella sua incarnazione per "SuperNES" (un "porting" che non è degno nemmeno di allacciare le scarpe all'originale, IMHO). Ma del resto bisogna accontentarsi e saper fare "di necessità virtù", compiacendosi di quello che passa il "Qtek S200"...
Peter Molyneux, con la saga di "Populous", può a ragione fregiarsi del titolo di «papà del genere "GodGame"». "Populous II", nel dettaglio, era un videogioco davvero "divino" sotto questo punto di vista. Un videogame nel quale la strategia in tempo reale la faceva da padrone. Velocità d'azione e lucida capacità di calcolo erano le chiavi della supremazia in un contesto dove l'unica risorsa in gioco era la popolazione dei debosciati virtuali che credevano ciecamente nel Dio/giocatore di turno. Nel 1993, il "Tiberium", il "gas Vespene" e la legna erano ancora stoccati nella fantasia dei "games designers", evidentemente. ;)
Omini: "Populous" era tutto incentrato sul controllo indiretto degli abitanti di una moltitudine di isole soggette all'ira divina degli Dei in singolar tenzone. Tribù rossa contro tribù blu, in parole povere. Un concetto semplice ma a dir poco innovativo.
Il giocatore, nei panni del dio benevolo di turno, doveva semplicemente far prosperare la sua popolazione a discapito degli adoratori della divinità contrapposta, sfruttando a suo favore una moltitudine di poteri divini fruibili grazie al "Mana": l'energia divina prodotta dalle preghiere dei fedeli.
Trombe d'aria, terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche, pestilenze... L'arsenale millenaristico delle peggio tragedie umane era presente al completo, pronto per essere scatenato sulle capocce pixellose dei miscredenti... 999 livelli. Migliaia di ore da macinare per riuscire infine ad affrontare l'ira funesta di Zeus nell'ultimo schema di gioco ("WOITAB", per chi ama i codici... ;) ).
2012. Che cosa ci resta di "Populous", al di fuori dell'ambito della sempreverde emulazione dell'originale?
"Reprisal" è un "FlashGame" decisamente intrigante.
"Reprisal" è un videogioco che pesca a piene mani nell'immaginario collettivo dell'ex fondamentalista "BullFrog"; un immaginario dal quale, ravana che ti ravana, tira fuori un modernissimo "restyle" del "Populous" originale, corredato da tutti quei dettagli che fecero grande il capostipite di tutti i "pioppi" scritti un po' "ad mentula canis" (giusto per restare in tema... :D ).
Con una grafica volutamente più pixellosa del progenitore (abbellita con "effetti flou" decisamente appropriati), "Reprisal" non è solamente una feroce rappresaglia in "Pixel Art" contro chi vorrebbe obnubilate le vecchie glorie del passato, ma è anche e soprattutto un sanissimo e godurioso "reprise"! :)
Gustatevelo, prima che ad "EA" venga in mente di rilanciare il suddetto "franchise" sotto forma di un picchiaduro a scorrimento!!! :D
In "videoludichese": "Populous", "Populoi", "Populoo", "Populoum", "Populoe", "Populoo"... :D
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| "Populous II: Trials Of The Olympian Gods". |
Bene. Dopo quest'aureo incipit che consentirà a decine e decine di svogliati studenti del ginnasio (studenti fiondatisi su Internet alla ricerca di spunti interessanti per non studiare per la prossima verifica di "Latino"... :P ) di prendere "dal due al tre" scrivendo una straordinaria corbelleria tipo "opaca Populous frondosis ramis casam et viam obumbrat.", parliamo di cose serie...
Cose serie del tipo: ma quanto ci giocavo, con "Populous II: Trials Of The Olympian Gods", negli anni novanta, durante il picco supremo del predominio informatico-ludico del "Commodore Amiga" su tutto il resto???
Risposta: TANTISSIMO! Talmente tanto che ancora oggi, sul mio cellulare "WM5" paleopastorale, mi capita di riesumarlo nella sua incarnazione per "SuperNES" (un "porting" che non è degno nemmeno di allacciare le scarpe all'originale, IMHO). Ma del resto bisogna accontentarsi e saper fare "di necessità virtù", compiacendosi di quello che passa il "Qtek S200"...
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| "Anvedi 'sto impunito! Se sta pure a lamentà, l'infame... Io lo faccio giocà e lui se lamenta. Aannamo bbene!!! Meriterebbe d'averce 'n cellulare bono solo pe' telefonà... Ahò?! Sai che c'è? Quasi quasi me scasso!!!". :D |
Peter Molyneux, con la saga di "Populous", può a ragione fregiarsi del titolo di «papà del genere "GodGame"». "Populous II", nel dettaglio, era un videogioco davvero "divino" sotto questo punto di vista. Un videogame nel quale la strategia in tempo reale la faceva da padrone. Velocità d'azione e lucida capacità di calcolo erano le chiavi della supremazia in un contesto dove l'unica risorsa in gioco era la popolazione dei debosciati virtuali che credevano ciecamente nel Dio/giocatore di turno. Nel 1993, il "Tiberium", il "gas Vespene" e la legna erano ancora stoccati nella fantasia dei "games designers", evidentemente. ;)
Omini: "Populous" era tutto incentrato sul controllo indiretto degli abitanti di una moltitudine di isole soggette all'ira divina degli Dei in singolar tenzone. Tribù rossa contro tribù blu, in parole povere. Un concetto semplice ma a dir poco innovativo.
Il giocatore, nei panni del dio benevolo di turno, doveva semplicemente far prosperare la sua popolazione a discapito degli adoratori della divinità contrapposta, sfruttando a suo favore una moltitudine di poteri divini fruibili grazie al "Mana": l'energia divina prodotta dalle preghiere dei fedeli.
Trombe d'aria, terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche, pestilenze... L'arsenale millenaristico delle peggio tragedie umane era presente al completo, pronto per essere scatenato sulle capocce pixellose dei miscredenti... 999 livelli. Migliaia di ore da macinare per riuscire infine ad affrontare l'ira funesta di Zeus nell'ultimo schema di gioco ("WOITAB", per chi ama i codici... ;) ).
2012. Che cosa ci resta di "Populous", al di fuori dell'ambito della sempreverde emulazione dell'originale?
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| "Reprisal". |
"Reprisal" è un "FlashGame" decisamente intrigante.
"Reprisal" è un videogioco che pesca a piene mani nell'immaginario collettivo dell'ex fondamentalista "BullFrog"; un immaginario dal quale, ravana che ti ravana, tira fuori un modernissimo "restyle" del "Populous" originale, corredato da tutti quei dettagli che fecero grande il capostipite di tutti i "pioppi" scritti un po' "ad mentula canis" (giusto per restare in tema... :D ).
Con una grafica volutamente più pixellosa del progenitore (abbellita con "effetti flou" decisamente appropriati), "Reprisal" non è solamente una feroce rappresaglia in "Pixel Art" contro chi vorrebbe obnubilate le vecchie glorie del passato, ma è anche e soprattutto un sanissimo e godurioso "reprise"! :)
Gustatevelo, prima che ad "EA" venga in mente di rilanciare il suddetto "franchise" sotto forma di un picchiaduro a scorrimento!!! :D
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| Cos'è questo QRCode? Come l'hai realizzato? |
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