giovedì 4 ottobre 2012

2 Col cuore in mano ed i "pixels" tutti insanguinati...


Durante la mia infanzia "sessantaquattrista", un videogioco in particolare colpì la mia fantasia di novizio videoludico. Si trattava di un videogame relativamente anonimo... Come si intitolasse e quali fossero le sue origini, lo ignoravo fino all'altroieri (quando il caso mi ha fatto imbattere in un video su "YouTube" che me l'ha fatto prepotentemente ritornare in mente... ;) ).

Non che non lo avessi già cercato, in precedenza, a dire il vero... Solo che, ignorando il suo titolo, la sua casa editrice, l'anno di produzione ed i nomi dei "coders" originali, la ricerca s'era rivelata facile tanto quanto il rinvenimento dell'arcinoto ago nel pagliaio... :D

Le mie uniche certezze sull'argomento erano le seguenti: 1) il videogame in questione era assolutamente privo di effetti sonori e l'azione di gioco era perennemente accompagnata da una musica ossessiva e sincopata, in "loop" infinito (ancora oggi me la rammento, tanto per dire...). 2) Graficamente parlando, il titolo in oggetto proponeva una violenza grafica gratuita ed inaudita; assolutamente fuori del comune per gli "standards" del periodo (ed il morboso autocompiacimento che costituiva il substrato che giustificava le violente rappresentazioni grafiche della morte del protagonista era decisamente palpabile... Potevi quasi immaginarti un programmatore ghignante, avvolto in vapori sulfurei, divertirsi alle tue spalle ogni volta che il tuo "alter ego" periva tragicamente! :D ). 3) Il gioco era uno dei tanti programmi anonimizzati e distribuiti dalla casa editrice "Pubblirome/Game 2000" (cassettine acquistabili in edicola, of course! :) ).

Poi, due giorni fa mi sono inaspettatamente imbattuto in questo video qui:


Edito nel 1985 dalla francese "Loricels", "Infernal Runner" era un titolo di secondo piano nel catalogo della suddetta "software house". Per questo motivo, il videogame per "Commodore 64" (programmato originariamente da Yves Korta e Michel Koell) non venne mai esportato ufficialmente in Italia. Tuttavia, ciò non impedì ai dirigenti della "Pubblirome" di venire in possesso del codice originale del gioco, di hackerarlo al punto giusto e di ripubblicarlo con lo pseudonimo di "LABIRINTO MORTALE"! (Sulla cassetta "Game 2000 N.10", per la cronaca... :D ).

"Labirinto Mortale" AKA "Infernal Runner".

"Labirinto Mortale / Infernal Runner" era a tutti gli effetti un "survivor horror" decisamente "ante litteram". Il gioco, sconclusionato e privo di una trama logica di qualsivoglia genere, metteva il giocatore nei panni di un omino bianco inserito in un contesto alla "Manic Miner" (1983). I riferimenti con il "platform" di Matthew Smith, tuttavia, si limitavano alla monocromia del protagonista, alla struttura a "schermata singola" dei livelli ed alla presenza di una barra (chiamata erroneamente "TEMPO" nell'"hack" italiano del gioco...) che, diversamente, indicava la sazietà del protagonista originale (e che, coerentemente, si rimpinguava mangiando e bevendo... ;) ).

Tutto il resto era decisamente un altro paio di maniche. E che maniche!!! :D

Come abbiamo già avuto modo di dire, il "fil rouge" che giustificava l'azione di gioco era fondamentalmente la violenza grafica. Anzi, per meglio dire, il "gameplay" complessivo di "Infernal Runner", concettualmente era solo un pretesto per proporre all'utenza delle variegate sequenze di morte di un sadismo inaudito. L'alta risoluzione dello "sprite" del protagonista, infatti, è stata sfruttata per riprodurre accuratamente (entro i limiti dell'"hardware", logicamente... ;) ) impalamenti, trapanazioni del cranio, teste che esplodono, folgorazioni e chi più ne ha, più ne metta... In alcuni frangenti, poi, perfino l'agonia del nostro "alter ego" si protrae più del dovuto, moltiplicando il senso del macabro che questo videogame è in grado di trasmettere.

Fondamentalmente, il titolo era ingiocabile... Ma non perché fosse arduo da portare a termine. No... Più che altro, perché ogni volta che il giocatore medio si trovava alle prese con una nuova trappola, la novità concettuale della "morte violenta grafica" gli faceva pensare: "Ohibò! Chissà come schiatta l'omino, se lo mando sopra quel coso li, che non l'ho mai visto prima...". E via! Una vita in meno in un tripudio di "gore" pixelloso... :D

Ma il bello deve ancora venire...

"Loriciels", infatti, non paga dell'esclusiva per "Commodore 64", affida la conversione di "Infernal Runner" per "Amstrad CPC" ad un giovane programmatore francese che in precedenza aveva già realizzato una manciata di videogiochi per "Oric-1"... Il baldo giovanotto rispondeva al nome di Eric Chahi; quell'Eric Chahi che nel 1991 conoscerà fama e gloria grazie a...

Indovina, indovinello... :P

Il prodotto finale per "CPC" è questa robina qua...


Della serie: "Non tutte le ciambelle riescono col buco!". :D

Se l'originale per "Commodore 64" di "Infernal Runner" era "Manic Miner" in versione "splatter", la sua conversione per "Amstrad Colour Personal Computer" è "Lode Runner" con un lemming al posto del protagonista. Un lemming difficilmente controllabile, costretto anche lui a percorrere una specie di "labirinto mortale" disseminato di trappole; un labirinto che purtroppo perde totalmente il senso del "gore" a causa della minutezza lillipuziana della rappresentazione grafica del suddetto lemming...

Cioè, capiamoci. "Infernal Runner" era un gioco insulso il cui unico "senso" erano le morti folcloristiche del protagonista. Tolte quelle animazioni, cosa resta?! Il vuoto pneumatico videoludico. Che altro??? :(

La musica, poi... Oddio, quella musica! L'inquietante brano in tono minore infarcito con suoni sgradevoli dell'originale è diventato una marcetta circense suonata con un organetto e remixata con delle salve di peti e pernacchie!!! Ascoltatela bene e vi accorgerete che è così! :D

Perfino il finale del gioco, che sul "Commodore 64" propugnava candidamente il "Teorema Di Ginsberg" ("1 - Non puoi vincere. 2 - Non puoi pareggiare. 3 - Non puoi nemmeno abbandonare.") è stato snaturato...

Cosa resterà di questi anni ottanta?

Probabilmente una cubettosa macchia di sangue digitale sul tappeto del salotto...

Qualcuno sa come si smacchiano i "pixels"!? ;)

Cos'è questo QRCode?
Come l'hai realizzato?


2 commenti:

Manuel ha detto...

Ora, Marte, io SO che quello è Another World, ma se tu lo lasci scritto nel nome del file non potrò mai provare che lo sapevo e non ho guardato quest'ultimo... :P

Marte ha detto...

Oddio, se clicchi sull'immagine c'è scritto anche nella didascalia... E pure nel "tooltip" che compare al "mouse over", ad essere pignoli... ;) :P

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