sabato 2 novembre 2013

4 Save State Difficult.


Io sono cresciuto in un'epoca nella quale i videogiochi ti punivano senza farti tanti complimenti.

Della serie: cambiavi 1000 Lire in sala giochi, ti davano X gettoni (con X maggiore o uguale a 5) e tu duravi a stento cinque minuti su cinque videogiochi differenti.

...E quando te ne tornavi mesto a casina bella e decidevi di sfogare le tue frustrazioni sul "computer"/"console" di turno, la situazione non migliorava. Anzi...

"Entombed" ("Ultimate Play The Game", 1985 per "Commodore 64").

Ché io avevo il "Commodore 64" ed i videogiochi dell'edicola. ...E sbobinando le cassettine, prima o poi ti imbattevi in un "Sotterranei"/"Sepolto Vivo" (il suddetto "Entombed"... :P ). Tu cercavi invano di destreggiarti con le istruzioni riportate sui mini-manualettini che fungevano da copertina delle cassette stesse, ma venivi inevitabilmente subissato da amenità tipo:

"Giggino ha stato mandato dalla mamma a prendere il latte... Ma il suo destino muto quando la terra lo inghiosse nei pressi del mercato ortofrutticolo. Riuscirai a salvare Giggino prima che l'esigua riserva d'aria si finisca tutta?".

"Certo che no! Non mi hai spiegato una cippa, del gioco!!! In compenso posso correggerti l'italiano, se vuoi...", pensavo io, schiattando invariabilmente durante il primo livello.

Con gli anni, la situazione migliorò considerevolmente (soprattutto quando approdai sugli "handheld" targati "Nintendo").

Di punto in bianco, la meccanica dei videogiochi con i quali avevo a che fare era mutata radicalmente. Non più schemi ripetitivi e vite in continuo ed inesorabile depauperamento, ma bensì storie sapientemente narrate, curve d'apprendimento altrettanto sapientemente addolcite ed una progressione continua dall'inizio del "game" fino alla sua conclusione, con qualche sporadico impedimento agevolmente superabile ripetendo il livello/missione/"boss battle".

Improvvisamente i videogiochi incominciarono ad avere magicamente una fine vera e propria ed il "Game Over" divenne una curiosa rarità archeologica!

Che rivoluzione!!! Tra i "savegames" e le guide di "GameFAQs", l'inghippo improvvisamente cessava di essere il banale "riuscirò a finire il gioco?" e, diversamente, diventava "quanto mi dovrò sbattere per terminarlo al 100%, scoprendone tutti i segreti e sbloccando tutto lo sbloccabile possibile ed immaginabile!?".

«"Final Fantasy Tactics Advance", dici? Si. Due volte. Più di 300 ore a botta...
Più un'ottantina di orette cancellate per sport. ;) Ma chiamami Marte, per cortesia...
». :D

...E con l'emulazione riscoprii altresì l'archeologia videoludica che al tempo evitai per cause di forza maggiore (leggi: hai voluto il "C64"/"Amiga" di turno? Fattelo durare! :) ).

Sempre grazie all'emulazione, scoprii una realtà che durante la mia infanzia sessantaquattrista m'era sempre rimasta preclusa. Della serie: forse non tutti sanno che nel rutialnte mondo dei videogames, esistono dei titoli o addirittura delle intere saghe videoludiche che fanno del coefficiente di difficoltà uno stile di vita...

Avete presente quei videogiochi strategici a turni nei quali devi attentamente pianificare ogni mossa, studiare l'avversario, evitare la "permadeath" dei tuoi alleati e superare una caterva di livelli durante i quali basta una svista o semplicemente un'inaudita botta di "sculo" per vanificare ore di gioco?

"Videogames" che, fruiti sulle architetture originariamente concepite per giocarli, erano semplicemente "unbalanced"/molto difficili/frustranti. Tuttavia, una volta trasportati di peso nel fantasmagorico mondo dell'emulazione, questi intollerabili strumenti di tortura videoludica si trasformano semplicemente in videogiochi "Save State Difficult". :)

Per esempio, prendete un "Fire Emblem" a casaccio. Quanto è facile superare i livelli di gioco senza perdere pedine preziose della propria squadra?!

"Ok, questa tattica dovrebbe funzionare.
Mi sposto qui e poi muoio allegramente...
". :)

Oppure, quanto è semplice reclutare il "blademaster" Haborym Van Rams in "Tactics Ogre: Let Us Cling Together" senza essere costretti e rigiocare la sua specifica missione millantamila volte?

"Prego, ma ti addebito le spese di lavanderia. Ho sudato sette camicie!". :D

O ancora: provaci tu a raggiungere l'obiettivo "tal dei tali" oppure a guadagnare quel preziosissimo "Skill Point" accessibile solo durante il 7° turno della seconda fase della missione "Vattellapesca" di un "Super Robot Wars" a casaccio SENZA adoperare i "save states" resi disponibili grazie agli emulatori...

...Che nel mentre, un'infilata di circostanze sfigate t'ha decimato mezza squadra e molto probabilmente non riesci a portare a casa nemmeno i cocci, figuriamoci lo "Skill Point"! :D

Cos'è questo QRCode?
Come l'hai realizzato?


4 commenti:

MCP ha detto...

Un'altra utile funzione degli emulatori è il rallentamento della cpu (es. andare al 30% invece che al 100%): senza, non sarei mai riuscito a terminare un sorprendentemente perfido Ys 1 per MSX, dato che certi boss richiedevano riflessi sovrumani e i savestate non mi cavavano d'impaccio.

I giochi anni '80, ormai lo sappiamo, non erano così perfidi per puro caso: servivano a selezionare quei pochi supercampioni per arruolarli negli Starfigther intergalattici.

Marte ha detto...

Verissimo, gran bel film! :)

Ad ogni modo, "shooters" e "platforms" non li ho presi in considerazione volontariamente, perché spesso e volentieri travalicavano il senso stesso del concetto di "livello di difficoltà". :)

Un titolo per tutti: "Battletoads" per "NES". Assolutamente inumano (e l'ho solo visto in video sul tutubo, per dire... L'avessi giocato, probabilmente sarei morto anche solo premendo il tasto "start"! :D ).

MCP ha detto...

Ma per fortuna oggi possiamo rilassarci con "I wanna be the guy" e i suoi seguiti O:-)

Marte ha detto...

Eh, beh...

Ne hai detto uno facile a caso? :P ;)

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