mercoledì 12 luglio 2017

0 Vacua di colonia.


C'era una volta, tanto tanto tempo fa, una leggendaria "software house" britannica chiamata "Psygnosis".

Alla fine degli anni ottanta, regnava incontrastata nel panorama videoludico mondiale, potendo vantarsi di aver pubblicato dei capolavori del calibro di "Shadow Of The Best", "Lemmings", "Agony"...

...Ma con il sopraggiungere della fine del millennio arrivò la matrigna cattiva "Sony" che la acquisì in blocco, trasformandola prima in "SCE Liverpool Studio", per poi smantellarla nel 2012. ...E dire che nel mentre Jonathan Ellis, Ian Hetherington, David Lawson e soci avevano sfornato robette tipo "Wipeout"!

Brum! Brum!

Cioè. Mica pizza e fichi!

Della serie: io ti servo su un piatto d'argento uno dei "media franchise" che contribuirà a definire la tua piattaforma videoludica e tu non mi integri in pianta stabile nel tuo "staff", erigendomi altresì un monumento d'oro zecchino in giardino?!

"Sony" ingrata! :)

...E dire che "Wipeout" non era nemmeno il "top" della produzione videoludica "Psygnosis" del periodo, "IMHO".

Che dire di "Colony Wars", per esempio!?

Le guerre coloniali come non le avete mai viste! :)

Beh, cominciamo dicendo che tanti sviluppatori moderni avrebbero da imparare non poco, da un titolo come "Colony Wars".

Avete presente le varie reincarnazioni/cloni di "Elite" ed, in generale, tutti i videogiochi alla "No Man's Sky"? Enormi universi procedurali dove le opportunità di gioco sono apparentemente infinite? "Sentiti libero di fare qualsiasi cosa!", era da sempre uno dei mantra di Braben. Soltanto che quando in un "videogame" puoi fare "laqualsiasi", spesso e volentieri va a finire che tutto quello che fai è inutile perché fine a sé stesso. Il dramma del "sandbox": ci puoi stare dentro un minuto, un'ora oppure un anno, giocare con le formine, fare il castello più bello del mondo oppure mangiare la sabbia... Ma se anche solo per un attimo le tue motivazioni vacillano è finita, perché nel recinto del "sandbox" non c'è niente al di fuori dell'ambizione personale. Tutto il resto è noia.

"Ma nooo! Avevo un'idea meravigliosa... L'ho perduta nella sabbia!!!".

"Colony Wars" invece non è così.

"Colony Wars" è un gran bel filmone interattivo. Un omaggio "arcade" a George Lucas. Una successione di combattimenti spaziali collegati tra di loro mediante una solida trama mutevole. Libertà d'azione prossima allo zero, supportata da una narrazione densa e pregnante, entro la quale l'anonimo "alter ego" del giocatore è il diretto responsabile dell'andamento della vicenda.

Buttatevi a capofitto nella prima missione di gioco: tre "capital ships" cariche di civili da difendere. Tre incursori nemici da abbattere. Fine. Vi siete accorti che mancano all'appello 18.446.744.073.709.551.616 pianeti esplorabili (tutti con la loro flora/fauna)? Eh già. Non ci sono. Anzi, in un piccolissimo brandello di spazio, ci siete solo voi e le astronavi nemiche che vi sfrecciano intorno, urlando come dei dannatissimi "Tie Fighter"!!!

Il brodo s'è notevolmente ristretto: c'è rimasta solo la storia...

...ED È UNA CAZZO DI FIGATA! :D

Morale: trasmette solo belle vibrazioni, questo videogioco, che nell'ordine mi ha ricordato "Wings" della "Cinemaware" (per l'impianto narrativo fortemente cinematografico e tutto quello che fa da cornice alle missioni vere e proprie) ed "Epic" della "Digital Image Design" (per il "gameplay" in puro stile "arcade", assolutamente privo di sovrastrutture e fronzoli inutili).

AVERCENE, al giorno d'oggi, di videogiochi così! :)

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