venerdì 28 gennaio 2011

0 HTML 5 "Old Skool"!


La vita sovente è un'esperienza ciclica, con corsi e ricorsi storici. Anche l'informatica, a tratti, può essere considerata una sorta di "ruota che gira". I più vecchi tra i miei lettori probabilmente ricorderanno com'era la "grafica" nell'era dei 16 Bit di "Amiga". La memoria del calcolatore spesso e volentieri si assestava intorno al megabyte. ("Al". Singolare. Uno. 1. One. ;) ). L'hard disk era utopico, i CD non esistevano ancora ed un floppy doveva bastare ed avanzare, il più delle volte. Morale: i grafici si ponevano dei limiti... E le animazioni?!

Beh, con le animazioni sovente ci si arrangiava. Talvolta si barava... ;)

In tal senso, spesso e volentieri gli artisti producevano delle animazioni fittizie impiegando la tecnica del "Color Cycling". In soldoni, a quel tempo (e per qualche anno a seguire, indicativamente fino alla fine degli anni '90, diciamo...), le immagini erano tutte tendenzialmente delle elaborazioni bitmap disegnate manualmente "punto per punto" con una "palette" (la tavolozza dei colori) predeterminata e composta da una quantità variabile di tinte (16/32 o 256 in ambito "MS-DOS"). Questi colori erano prefissati e codificati nell'immagine stessa. Nonostante ciò, via software, si poteva informare il calcolatore circa la volontà dell'artista di far scambiare tra di loro in maniera ciclica determinate tinte della tavolozza (con la tecnica succitata, nota anche con il nome di "Color Shifting"). Se l'immagine era stata costruita ad arte per massimizzare l'effetto, il risultato finale era qualcosa di strabiliante.

Per esemplificare in maniera molto terra-terra il tutto con un'immagine banale ma efficace, l'effetto era qualcosa del genere, per capirci:

Una .Gif che riproduce l'effetto del "Color Cycling"...

Vantaggi: l'immagine era di fatto statica e, nella sua forma originale, materialmente composta da uno ed un solo fotogramma! Tutto il lavoro di "animazione" veniva fatto dal processore e dal software con il quale la si creava/visualizzava (con un considerevole risparmio di memoria e di potenza di calcolo, quindi).

In pratica, l'artista di turno si limitava a fare il suo disegno con "Deluxe Paint" (il "Photoshop" dell'epoca, per capirci... ;) ) e quindi sceglieva nella palette dell'immagine una o più sequenze di tinte contigue tra di loro,  definendole come "Color Cycling". A lavoro terminato, determinate tutte le sequenze di tinte "cicliche" del caso, il tutto veniva salvato su disco e "festa finita". Da quel momento in poi, qualsiasi software totalmente compatibile col formato grafico di "Amiga"/"DPaint" ("IFF") avrebbe riprodotto in maniera impeccabile sia il disegno, sia l'effetto!

Tutto molto bello, ma che caspita c'entra l'HTML 5 con questo bel revival grafico?

C'entra col fatto che su Internet (e più precisamente all'indirizzo http://www.effectgames.com/demos/canvascycle/ ) potrete trovare un'interessante raccolta di immagini originariamente create e concepite proprio in questa maniera sul "Deluxe Paint", che un volenteroso coder ha dato in pasto ad un programma di conversione appositamente scritto, il quale, estrapolando dagli "IFF" le informazioni sui pixels ed i dati riguardanti le "palette", gli ha permesso di convertirli in un formato a lui più congegnale e di riutilizzarli poi per comporre una pagina web che, sfruttando solamente il Javascript e tecnologie come il "Canvas Element" di HTML 5, riesce a rivisualizzare i dati convertiti emulando (è proprio il caso di dirlo forte e di farlo sapere in giro!) in maniera impeccabile l'effetto originale, dimostrando una volta di più che la storia è una ruota che gira... ;)

Anzi, "CICLA"! ;)

Cos'è questo QRCode?
Come l'hai realizzato?


Nessun commento:

Ritorna in alto! Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...