C'è chi da piccolo giocava con i pupazzini. C'è chi da grande colleziona i pupazzini con i quali giocava da piccolo, ed è felice. C'è chi da piccolo non poteva permettersi i pupazzini, e da grande è triste. C'è chi di pupazzini ne aveva talmente tanti, che gli uscivano dalle orecchie. C'è chi considera i pupazzini di plastica dei "fottuti pupazzini di plastica" e li valuta per quello che sono: dei pupazzini di plastica. C'è chi non tollera che l'uomo comune possa considerare un pupazzino di plastica come un pupazzino (di plastica), e si offende. C'è chi è diventato fondamentalista dei pupazzini di plastica e ti minaccia di morte se schernisci i pupazzini di plastica.
Ad ogni modo, in questo post non parleremo dei pupazzini di plastica, ma dei pupazzini di carne. :)
No, non dei "Meat Puppets"... |
Ora, diciamocelo... Avete mai sentito parlare di violenza nei confronti dei pupazzetti plasticosi con i quali giocavamo da piccoli? Certo che no. La "Lega Anti Vivisezione Dei Pupazzini Di Plastica" (ancora) non esite. Lo stesso si può dire per "Amnesty International For Dolls" o di "Nessuno Tocchi Pupazzino"...
Fantasie.
Fantasie.
Fantasie che, indubbiamente, anche nel mondo dei videogiochi sono tali. Infatti, è risaputo che fin dagli esordi del videoludico l'integrità e la purezza del corpo umano sono sempre state considerate sacre ed inviolabili e mai e poi mai un game designer ha concepito un gioco violento nel quale si potesse procurare "sofferenza" e/o "dolore fisico" a delle raffigurazioni digitali più o meno antropomorfe.
A tal proposito, nel 1986 Exidy pubblicò un coin-op denominato "Chiller" che rispettava in toto i dettami succitati, ponendosi come emblema del rifiuto totale della componente violenta nei videogiochi.
La storia raccontata dal videogame in questione era la seguente.
"In un ameno castello da fiaba, abitava un allegro pasticcere che amava confezionare torte alla fragola e bomboloni ripieni ai frutti di bosco. Egli era talmente infervorato dalla sua passione culinaria che le dispense della sua magione tracimavano di gustosissime golosità dolciarie, tanto che il cibo in eccesso rischiava tragicamente di deperire. Il pasticcere decise allora di condividere con tutti i suoi concittadini le sue leccornie. Invitati i compaesani al castello, li fece accomodare in svariate stanze e propose loro di organizzare una divertentissima battaglia alimentare. Armato di torte, cannoli e bomboloni, il pasticcere vagava attraverso le sale del suo castello e bersagliava i suoi ospiti, ricoprendoli dalla testa ai piedi di schizzi di succo di lamponi, crema di fragole e panna montata...".
Nonostante l'idilliaco preambolo, la critica rimase shockata ed accolse malissimo il videogioco, denunciando nel contempo che: 1) la storia del pasticcere non stava affatto in piedi e 2) gli "invitati" non erano altro che dei poveri derelitti incatenati e seviziati a morte da un sadico... I game designers, a quel punto, si sollevarono indignati e giurando e spergiurando dichiararono apertamente che solamente dei bacchettoni benpensanti potevano pensare di vedere del "sangue" dove in effetti c'era solamente del succo di lampone. A loro difesa, gli sviluppatori di "Chiller" chiesero alla pubblica accusa di osservare da vicino un dettaglio di quella stessa grafica che i togati trovavano ributtante ed insopportabile...
"Guardate!", dissero piagnucolando agli inquisitori che gli puntavano l'indice accusatore contro. "Quella che state vedendo non è una figura umana con le ossa craniche a vista, ricoperta di sangue ed urlante! Non è così e non può essere così! Sarebbe disumano oltre che improbabile... Nessuno rimarrebbe vivo in una condizione del genere!!!". "Diversamente, è palese che si tratta di un uomo con la faccia e parte delle braccia ricoperte di panna e di crema di lamponi!!!".
Questa dichiarazione difensiva invero un po' pretenziosa e trabballante non convinse mai i giudici che rimasero fermamente dell'idea che "Chiller" fosse un videogame sadico nel quale semplicemente si mutilavano degli innocenti. La storia del pasticcere altruista ed i suoi fiumi di panna e fragole venne bollata come diceria ed impietosamente stralciata da tutti i verbali. Il videogioco, infine, subì l'onta di essere dichiarato "il videogame più gratuitamente violento mai creato fino a quella data", riuscendo perfino a farsi bannare totalmente nel regno unito...
E pensare che i suoi programmatori si prefiggevano semplicemente, come dicevamo in apertura di post, solo di combattere la violenza nei videogiochi a colpi di torte e pasticcini ripieni!
Ah, dannati moralisti che non sono in grado di recepire la profindità di certi messaggi!!! ;)
PS: Nessun pupazzino di plastica è stato maltrattato durante la stesura di questo post.
La storia raccontata dal videogame in questione era la seguente.
"In un ameno castello da fiaba, abitava un allegro pasticcere che amava confezionare torte alla fragola e bomboloni ripieni ai frutti di bosco. Egli era talmente infervorato dalla sua passione culinaria che le dispense della sua magione tracimavano di gustosissime golosità dolciarie, tanto che il cibo in eccesso rischiava tragicamente di deperire. Il pasticcere decise allora di condividere con tutti i suoi concittadini le sue leccornie. Invitati i compaesani al castello, li fece accomodare in svariate stanze e propose loro di organizzare una divertentissima battaglia alimentare. Armato di torte, cannoli e bomboloni, il pasticcere vagava attraverso le sale del suo castello e bersagliava i suoi ospiti, ricoprendoli dalla testa ai piedi di schizzi di succo di lamponi, crema di fragole e panna montata...".
Gli ospiti del pasticcere si godono tutte le sue prelibatezze... |
Nonostante l'idilliaco preambolo, la critica rimase shockata ed accolse malissimo il videogioco, denunciando nel contempo che: 1) la storia del pasticcere non stava affatto in piedi e 2) gli "invitati" non erano altro che dei poveri derelitti incatenati e seviziati a morte da un sadico... I game designers, a quel punto, si sollevarono indignati e giurando e spergiurando dichiararono apertamente che solamente dei bacchettoni benpensanti potevano pensare di vedere del "sangue" dove in effetti c'era solamente del succo di lampone. A loro difesa, gli sviluppatori di "Chiller" chiesero alla pubblica accusa di osservare da vicino un dettaglio di quella stessa grafica che i togati trovavano ributtante ed insopportabile...
La torta in faccia! |
Questa dichiarazione difensiva invero un po' pretenziosa e trabballante non convinse mai i giudici che rimasero fermamente dell'idea che "Chiller" fosse un videogame sadico nel quale semplicemente si mutilavano degli innocenti. La storia del pasticcere altruista ed i suoi fiumi di panna e fragole venne bollata come diceria ed impietosamente stralciata da tutti i verbali. Il videogioco, infine, subì l'onta di essere dichiarato "il videogame più gratuitamente violento mai creato fino a quella data", riuscendo perfino a farsi bannare totalmente nel regno unito...
E pensare che i suoi programmatori si prefiggevano semplicemente, come dicevamo in apertura di post, solo di combattere la violenza nei videogiochi a colpi di torte e pasticcini ripieni!
Ah, dannati moralisti che non sono in grado di recepire la profindità di certi messaggi!!! ;)
PS: Nessun pupazzino di plastica è stato maltrattato durante la stesura di questo post.
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