"Blue", in inglese, significa anche "tristezza" e la tristezza è in qualche modo affine alla nostalgia tipica del "retrogamer" che ripercorre i fasti del passato teneramente avvinto da un senso di beata malinconia sognante... Perché è indubbiamente bello scoprire (o riscoprire...) i vecchi sistemi informatici "vintage", ma sarebbe stato ancora più bello poterli vivere in prima persona quando erano effettivamente vitali e pulsanti, ché così potevi anche digitarli tutti! (I pulsanti!!! :D ).
"I'm blue. BlueMSX!!!". |
"BlueMSX" è un emulatore parecchio sopra le righe, così come decisamente "sopra le righe" è lo "standard" che si prefigge di emulare: l'"MSX", per l'appunto.
Per chi non lo conoscesse, il succitato "standard" venne concepito negli anni ottanta da Kazuhiko Nishi (al tempo vice direttore della filiale nipponica di "Microsoft") per uniformare la costruzione degli elaboratori elettronici prodotti da manifatture diverse, allo scopo di renderli tutti compatibili tra di loro. L'idea di fondo era quella di riproporre anche in ambito informatico ciò che era successo nel settore dell'"Home Video" con il "VHS". All'atto pratico, lo "standard Nishi" prevedeva che i calcolatori elettronici venissero assemblati a partire da circuiterie già ingegnerizzate e disponibili sul mercato (nessun impiego di "chip" customizzati, quindi...). In tal senso, la "CPU" degli "MSX" era l'arcinoto "Zilog Z80", mentre le restanti circuiterie erano solitamente targate "Yamaha", "Texas Instruments" e "General Instruments". Il classico dei classici. :)
A livello di "OS", poi, tutti questi dispositivi sfoggiavano un avanzatissimo "MSX BASIC" (residente in "ROM" ed avviato "automagicamente" quando e se non venivano rilevati altri dischi/cartucce "bootabili"...) ed in più potevano utilizzare anche l'accoppiata "CP/M" & "MSX-DOS"; due sistemi operativi integralmente votati alla gestione dei dischi ed in tutto e per tutto affini a quell'"MS-DOS" che caratterizzò l'alba dell'era "PC".
Del resto, considerando che le suddette macchine impiegavano prevalentemente dischi "floppy" da tre pollici e mezzo e che l'"MSX-DOS" li gestiva mediante il "filesystem" "FAT 12", si evince altresì la portabilità dei supporti, che potevano essere letti e manipolati anche dai sistemi "MS-DOS" puri (in quanto l'architettura dei dischi era praticamente identica e differiva solo ed esclusivamente per quello che concerneva il cosiddetto "blocco d'avviamento"...).
Nel complesso, tutto questo ben di Dio si produceva in delle prestazioni a dir poco strabilianti per una macchina ad "8 BITs", a livello audiovisivo e computazionale (soprattutto nelle configurazioni "MSX2" / "MSX2+", che sfoggiavano grafiche multicolor in alta risoluzione ed un audio polifonico di straordinaria qualità...). Una gioia per gli occhi e le orecchie. Una gioia che si diffuse prevalentemente in Giappone, purtroppo...
"BlueMSX" emula tutto questo (e molto altro... ;) ), con l'eccentricità di un "software" che si presenta al suo pubblico attraverso un'interfaccia utente fantasiosa tanto quanto era creativa la suddetta famiglia di calcolatori elettronici. Ma non fatevi ingannare dall'aspetto degno di un "mediaplayer"... "BlueMSX" è un progetto solido ed affidabile, con il quale sarà decisamente facile e divertente approcciare quel vecchio computer nato dal fantasioso connubio tra "Microsoft" e la visione tutta giapponese del mondo dell'elettronica di consumo. :)
Per il momento, il mio consiglio spassionato è quello di provarlo. Del resto, avremo senz'altro modo di ritornare sull'argomento, analizzando nel dettaglio ulteriori aspetti della questione "MSX"... Perché una macchina in grado di replicare in maniera praticamente perfetta la stragrande maggioranza degli "Arcade" anni ottanta e di proporre al suo pubblico, nel contempo, dei capolavori di questa caratura...
...Non merita di essere ignorata, cadendo nell'oblio del tempo che passa inesorabilmente. Sarebbe un delitto imperdonabile. :)
A livello di "OS", poi, tutti questi dispositivi sfoggiavano un avanzatissimo "MSX BASIC" (residente in "ROM" ed avviato "automagicamente" quando e se non venivano rilevati altri dischi/cartucce "bootabili"...) ed in più potevano utilizzare anche l'accoppiata "CP/M" & "MSX-DOS"; due sistemi operativi integralmente votati alla gestione dei dischi ed in tutto e per tutto affini a quell'"MS-DOS" che caratterizzò l'alba dell'era "PC".
Colori sbagliati ma ambiente operativo MOLTO familiare, non trovate? |
Del resto, considerando che le suddette macchine impiegavano prevalentemente dischi "floppy" da tre pollici e mezzo e che l'"MSX-DOS" li gestiva mediante il "filesystem" "FAT 12", si evince altresì la portabilità dei supporti, che potevano essere letti e manipolati anche dai sistemi "MS-DOS" puri (in quanto l'architettura dei dischi era praticamente identica e differiva solo ed esclusivamente per quello che concerneva il cosiddetto "blocco d'avviamento"...).
Nel complesso, tutto questo ben di Dio si produceva in delle prestazioni a dir poco strabilianti per una macchina ad "8 BITs", a livello audiovisivo e computazionale (soprattutto nelle configurazioni "MSX2" / "MSX2+", che sfoggiavano grafiche multicolor in alta risoluzione ed un audio polifonico di straordinaria qualità...). Una gioia per gli occhi e le orecchie. Una gioia che si diffuse prevalentemente in Giappone, purtroppo...
"BlueMSX" emula tutto questo (e molto altro... ;) ), con l'eccentricità di un "software" che si presenta al suo pubblico attraverso un'interfaccia utente fantasiosa tanto quanto era creativa la suddetta famiglia di calcolatori elettronici. Ma non fatevi ingannare dall'aspetto degno di un "mediaplayer"... "BlueMSX" è un progetto solido ed affidabile, con il quale sarà decisamente facile e divertente approcciare quel vecchio computer nato dal fantasioso connubio tra "Microsoft" e la visione tutta giapponese del mondo dell'elettronica di consumo. :)
Per il momento, il mio consiglio spassionato è quello di provarlo. Del resto, avremo senz'altro modo di ritornare sull'argomento, analizzando nel dettaglio ulteriori aspetti della questione "MSX"... Perché una macchina in grado di replicare in maniera praticamente perfetta la stragrande maggioranza degli "Arcade" anni ottanta e di proporre al suo pubblico, nel contempo, dei capolavori di questa caratura...
"Metal Gear 2: Solid Snake" ("Konami", 1990). |
...Non merita di essere ignorata, cadendo nell'oblio del tempo che passa inesorabilmente. Sarebbe un delitto imperdonabile. :)
Cos'è questo QRCode? Come l'hai realizzato? |
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