sabato 4 dicembre 2010

0 Sul Web 2.0 nessuno può sentirti urlare!


Ci sono delle circostanze che a noi, vecchi nerd incalliti ed anche un po' incartapecoriti, ci imbelliscono non poco. Ci sono delle situazioni che a noi, internettari irriducibili, schiavi del browser e del "peer-to-peer" ("P2P" per gli amici...) ci aprono in faccia dei sorrisi così larghi che a momenti gli angoli della bocca si incontrano sulla nuca e la testa ci si stacca, rotolandosene via in allegria. Ci sono delle affermazioni, spesso e volentieri pronunciate da gente che non ne capisce un "HTTP" di "Internet", che invece di lasciare il tempo che trovano ci fanno scompisciare dalle risate mentre rotoliamo sul pavimento ("ROFLMAO!!!").

Nel complesso, spesso e volentieri quando leggiamo/sentiamo prese di posizione più o meno autoritarie nei confronti del "Web" (quindi inattuabili in maniera direttamente proporzionale all'irruenza con la quale sono formulate...), s'accresce la nostra autostima... :)

Si. S'accresce. E questo per un fatto ovvio e conclamato. Noi che siamo cresciuti coccolati dagli 8 Bit e che abbiamo ascoltato i primi vagiti di Arpanet, affascinati dai misteri di questi calcolatori che viaggiavano sui doppini telefonici, "ne sappiamo!". Eccome se ne sappiamo!!!

E' così. E' innegabile.

Vi ricordate qualche tempo fa, quando la politica italiana si scagliò ferocemente contro "FacciaLibro" perchè questa specie di bacheca virtuale ospitava pagine deprecabili o che criticavano violentemente questo o Quell'Altro (si proprio "Quell'Altro"... ;) ) rappresentante politico?

Vi ricordate il tenore dei commenti e le affermazioni radicali e categoriche?

Della serie: "è uno scandalo che esistano pagine del genere. Agiremo legalmente ed i siti Internet incriminati verranno adeguatamente oscurati e chiusi". Ora, indole censoria a parte, hai tutte le ragioni e ti appoggio se ti indigni contro chi propugna la violenza gratuita contro donne, bambini, animali e "pupazzini di plastica" [cit.]... ;) Ma, per il resto, stai per caso anche solo pensando di riuscire a far chiudere una cosa come "FaceBook"?! Sei serio??? Hai un minimo "alba" di quello che stai dicendo o parli perchè riesci a far vibrare le corde vocali modulando il flusso d'aria che ti esce dai polmoni? Suvvia, cerca di ricomporti... :D

Sinceramente, quanti tra di voi, sentendo dichiarazioni del genere, si sono sentiti immediatamente sollevati dalla certezza di essere consapevoli di verità informatiche precluse alla mente di individui che per qualità intellettuali e morali (?) dovrebbero porsi al di sopra di noi?

E' gratificante, vero, il "level up" dell'autostima, no? ;) 

Pump up the self confidence!!!

Ed ancora... Avete più o meno tutti presente il caso "The Pirate Bay", no? Per i più sprovveduti, diciamo che "la baia pirata" è il motore di ricerca per files ".torrent" più grande al mondo. In pratica, tramite questa homepage, i vari possessori di clients "Torrent" (un sistema di "scambio di files") hanno l'opportunità di coordinare le operazioni preliminari di acquisizione di quei "metadata" fondamentali per l'avvio dei successivi downloads; downloads che potrebbero anche infrangere dei copyrights ed essere quindi potenzialmente illegali, a volte (ma non necessariamente sempre e comunque... Della serie: se io volessi scaricare una distribuzione Linux totalmente freeware diffusa tramite questo genere di canale di interscambio di files, non ci sarebbe nessuna controindicazione nel cercare il relativo ".torrent" su "Pirate Bay"). Ad ogni modo, è indubbio che organizzazioni del genere procurino più di un gratacapo a grandi lobby come quelle cinematografiche o discografiche... E' innegabile. Per il resto, tecnicamente i siti come questo indicizzano solo ed esclusivamente i files in condivisione e non ospitano materiale illegale sui loro servers; quindi risultano attaccabili legalmente solo agendo per vie trasversali. Morale: se da un lato i tracker si difendono dichiarandosi dei motori di ricerca alla stregua di Google, Yahoo e MSN, dall'altra l'accusa controbatte che, in ogni caso, la detenzione di "metadata" relativi a prodotti soggetti a copyrights incoraggia comunque la pirateria...

Un casino!

Detto questo, se provate a navigare il sito "thepiratebay.org", l'unica cosa che ottenete è una bella "pagina non raggiungibile". Perchè? L'homepage è forse down o è stata chiusa? Assolutamente no. Semplicemente "The Pirate Bay" è stato inquisito anche dalla giustizia italiana che ha di fatto sancito il suo "sequestro preventivo". (Sequestro? Addirittura?! Non è che sopravvalutiamo giusto un attimino la giurisdizione italiana in ambito internazionale? ;) Che poi, diciamocelo, "giurisdizione" nei riguardi di Internet è spesso e volentieri una parola troppo grossa riferita ad una realtà che travalica i confini degli stati sovrani e delle leggi vigenti...).

LaLegge™: "Ok, ad ogni modo di fatto il sito non è più raggiungibile. Giustizia è fatta. Tutti contenti, avanti un altro!".

Non raggiungibile? Chi!? "The Pirate Bay"? Avete fatto chiudere la server farm in Svezia? Ah, no? Infatti... Mi pareva che riuscivo tranquillamente a raggiungere la sua pagina via proxy o anonimizzando in altre maniere il mio IP... :D

Primatisti mondiali!!!

Anche in una situazione del genere, davanti alla presunzione ed alla conclamata ingenuità di chi non è e non sarà mai materialmente in grado di fare quello che si prefigge di fare, la consapevolezza che per gli utenti finali non è cambiato assolutamente niente nonostante i tentativi di sovvertire il mondo non fa altro che far fare un altro bel "level up" all'autostima di ogni internettaro con un minimo di cognizione della realtà del Web 2.0. :D

Questo nel 2008. Oggi, a più di 2 anni di distanza, come sta la nostra "self confidence"?

Al settimo cielo, oserei dire. Sospinta in alto dai recenti eventi riguardanti "WikiLeaks"; eventi che nel dettaglio non si discostano più di tanto dalle situazioni che abbiamo visto fino ad ora. Da un lato c'è chi pensa di avere un qualche tipo di controllo su Internet e sul Web in generale, dall'altro ci sono quelli che oramai hanno capito che l'informatizzazione decentralizzata e sovranazionale dei dati è una cosa di tutti e di nessuno; tutti contribuiscono a farla e nessuno ha il potere di contrastarne gli effetti, positivi o negativi che siano.

Nel mezzo, gli utenti finali che, se sono un minimo capaci, riescono sempre e comunque ad arrivare dove li porta il browser, perchè il "mar di Internet" è vasto, profondo e pieno di porti e gli eventuali embarghi sono facilmente aggirabili con strumenti tanto banali quanto efficaci.

Datemi un browser ed un proxy server e vi solleverò il mondo. E se non si solleva del tutto, proviamo con "Tor" (o al limite con qualche pasticchina di "Viagra", visto che l'età comunque avanza inesorabile! :D ).


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